INCHIESTA TIME MAGAZINE “THE DIRTY SECRET OF ALTERNATIVE PLASTICS”

TIME Magazine, in collaborazione con l’Ocean Reporting Network del Pulitzer Center, ha pubblicato il pezzo “The Dirty Secret of Alternative Plastics”.

Oggi, circa il 40% di tutta la plastica prodotta è destinata al monouso e poco di essa è facilmente riciclabile. Le conseguenze a lungo termine sono enormi: la produzione di plastica, il 98% della quale proviene da combustibili fossili, è la causa di circa il 10% di tutte le emissioni globali di gas serra.

Una soluzione proposta è quella di sostituire la plastica con prodotti alternativi: utensili biodegradabili, involucri compostabili, bottiglie a base vegetale, piatti e ciotole in fibra compressa.

In un mercato globalizzato in cui i prodotti provengono da ogni angolo del mondo, il divieto di un Paese di utilizzare la plastica funziona solo se tutti gli altri Paesi decidono di fare lo stesso: un divieto globale incoraggerebbe la concorrenza e gli incentivi economici, portando a prezzi più bassi per le versioni compostabili.

Molti prodotti compostabili sono ancora parzialmente derivati da combustibili fossili. Esiste la tecnologia per produrre plastiche completamente compostabili e a base vegetale, ma è molto più costoso rispetto alle plastiche convenzionali e non è sempre una soluzione efficace, soprattutto se le bioplastiche vengono utilizzate per confezionare alimenti acidi e liquidi o che richiedono una conservazione a lungo termine.

Il problema principale è che l’infrastruttura per garantire che queste bioplastiche si biodegradino o si compostino effettivamente è molto limitata.

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